Sogni in rosso…in casella

Il colore rosso è ormai sempre più associato alla restrizione e alla chiusura, nonostante sia un colore di per sé vivo e attivante. Nel periodo di lockdown, cui la pandemia ci ha costretto, il rosso è diventato il segnale di arresto, di reclusione e di pericolo. Anche per i sogni, messaggeri dell’inconscio individuale e collettivo, l’incombente contagio è rappresentato in varie forme. Nel mio sito è inserito il link Sogni in Casella, utile per imbucare sogni, che periodicamente trovano una lettura sia per evidenziare contenuti e simboli onirici significativi, sia per conoscere un po’ di più la produzione dell’attività psichica del periodo che si sta vivendo. Chi ha già seguito questa rubrica sui sogni (27 Aprile, 15 giugno, 12 agosto, 28 agosto), sa che non entro nel merito di ciascun sogno, ma evidenzio un filo rosso tra i tanti che arrivano per approfondire aspetti su cui riflettere. Sull’origine determinante e scatenante la pandemia si hanno notizie diverse, ma la più suggestiva e impressionante è che i pipistrelli ne siano stati i vettori e guarda caso il pipistrello è entrato nei sogni. Il pipistrello era già un animale onirico, ma oggi forse richiede una attenzione diversa. Come leggere, quindi, questo volatile della notte che scompare alla luce del sole e abita negli anfratti bui e nascosti della natura e della psiche? In un sogno, arrivato nella buca virtuale Sogni in Casella, un pipistrello, tra i tanti che volano, riesce a entrare all’interno di un’ automobile e una persona con un fazzoletto bianco cerca di scacciarlo, quindi il bianco che scaccia il nero, come la luce con le tenebre. Inoltre, in altre situazioni oniriche, sempre ansiogene, i sognatori si affannano nel cercare una via d’uscita che però non trovano, all’interno di grandi palazzi pieni di stanze. Sensazioni oniriche fortemente evocative di quanto si stia vivendo, tra la paura del contagio e l’angoscia di non trovare vie di uscita. Ecco che il pipistrello ci ricorda che è opportuno attivare, nella notte della vita, il sonar, di cui è dotato, cioè il radar della psiche per orientarci e trovare nuove strade. Oggi più che mai è importante intraprendere percorsi inesplorati, compensando la mancanza del solito con l’insolito, per volare nella notte come il pipistrello, che sembra muoversi in modo imprevedibile, affidandosi al suo radar-guida dove incombe il buio, che per noi umani è il sogno!

Sogni in Casella……..lievitano!

L’attività onirica lievita! Sì, lievita, come un panettone, che compare in un sogno imbucato nella casella dei sogni. Sono diversi gli spunti che i sognatori e le sognatrici hanno fornito, inviando i loro contributi nella casella dei sogni. Per quanto l’estate e le vacanze abbiano consentito di “dimenticare” la quarantena vissuta nei mesi precedenti e il virus annesso, il nostro inconscio ha continuato a elaborare l’esperienza per attenuare le conseguenze psicologiche derivanti. Il panettone, per esempio, che il sognatore descrive grande e morbido, ci ricorda inevitabilmente il Natale, festa che vede tutta la famiglia riunita, desiderio che si spera possa essere esaudito per il prossimo Natale, soprattutto nel senso di rinascita. Nel panettone, inoltre, si nasconde l’esigenza di affetto, di accoglienza e di protezione suggerita dalla forma rotonda e morbida del dolce. Una difesa dalle tempeste temute e imprevedibili, come la tempesta che ci ha spedito una sognatrice, caratterizzata da un vento fortissimo distruttivo, quasi capace di spostare la casa, ma, nonostante ciò, non spaventava, perché la solidità era interna alla sognatrice, simbolicamente rappresentata dalla tenuta della casa. In un analogo sogno, invece, di altro sognatore, in cui la tempesta era stata di neve, un paio di scarponi è stato ritrovato sul balcone ricolmo di neve e ghiaccio, lasciando desumere che non sarebbe stato utile per intraprendere un cammino, soprattutto per strade impervie. La sensazione diffusa in questi sogni è di consapevolezza di timori delle difficoltà che si potrebbero incontrare nelle vita presente e futura, al punto di desiderare di allontanarsene senza riuscirvi, aspettando il decollo di un aereo che con avviene mai, come nel sogno ricorrente che scrive una sognatrice. L’impossibilità del decollo dell’aereo nel sogno è dovuta a piste non appropriate o interrotte, che se, da una parte induce a pensare alla paura di partire per allontanarsi da luoghi sicuri e conosciuti, dall’altra richiede la necessità di alleggerirsi dell’eventuale senso di colpa che un allontanamento potrebbe indurre. Può accadere, infatti, che per quanto si desideri un cambiamento, non si

ha il coraggio di realizzarlo, adducendo giustificazioni che nel tempo diventano alibi. Quando un sogno è ricorrente c’è spesso la necessità di elaborare contenuti irrisolti, che l’inconscio ha bisogno di riproporre finché non si alleggerisce il pesante carico psicologico, in questo caso, rappresentato dalla carlinga dell’aereo, al punto di lasciarlo a terra. Sembra incredibile, ma i sogni, nonostante siano di diverse persone, sono legati da un invisibile filo rosso che ne congiunge i contenuti rivelatori di un inconscio collettivo, al quale l’inconscio individuale attinge, per rendere il sogno soggettivo nella sua universalità.

Grazie ancora ai sognatori e alle sognatrici, che continuano a spedire i loro sogni e a contribuire alla narrazione onirica di un periodo storico che tracce profonde sta lasciando in ognuno di noi.

Sogno di una notte di mezza estate……….in casella

Continua il viaggio onirico, iniziato durante la quarantena obbligata dallo stato di emergenza per il  Covid19,  con la lettura dei sogni inviati nella casella riservata.  I lettori-onirici del mio sito anche nella fase post-quarantena  hanno condiviso i loro sogni e oggi  ritiriamo la posta per evaderla,  come sempre. I sogni sono sempre la cartina tornasole di una fase che l’umanità attraversa, sia a livello individuale sia collettivo. L’attività onirica è stata molto fiorente durante la quarantena, quando il corpo era bloccato, ma la psiche viaggiava nei meandri del mondo interiore,    mentre con la ripresa del movimento libero è sembrata,

A proposito di sogni…..in casella

Durante la quarantena, imposta dal Covid19, invitai i sognatori e le sognatrici a imbucare i sogni nella casella apposita, creata sul mio sito, per condividere i contenuti che l’inconscio proponeva in un periodo fortemente significativo per la nostra psiche. Adesso è giunto il momento di ritirare la posta e cercare di dare un senso a quanto inviato dai sognatori e dalle sognatrici che ringrazio per la condivisione.

Raccontami il sogno di questa notte!

Tra breve si uscirà dalla quarantena imposta dallo stato di emergenza per il Covid19, ma per lunghe settimane la vita quotidiana è rimasta sospesa, all’interno di una bolla protettiva intrisa di emozioni che hanno trovato nei sogni la loro espressione più significativa. L’attività onirica accompagna l’essere umano da sempre, sollecitando attenzione nel sognatore al punto di cercarne il significato. Il sogno è l’intangibile filo rosso dell’esistenza, ci accompagna da millenni nel ricordo e nell’oblio. In ogni epoca e in ogni Paese del mondo, il sogno ha avuto un posto di riguardo nella cultura dei popoli. Cos’è il sogno: è il guardiano del sonno, è la via regia per l’inconscio, è il messaggero degli dei, è l’inconscio che si esprime in forma simbolica? Da Artemidoro, che fu il primo a scriverne cercando una sistematizzazione, per arrivare, con un passo nella storia lunghissimo, a Sigmund Freud, il viaggio onirico è proseguito nel tempo affascinando, turbando ed emozionando i sognatori e le sognatrici di tutte le epoche.

Quante volte si vorrebbe che la realtà che si sta vivendo fosse solo sogno, al punto di svegliarsi al mattino e desiderare che l’oblio risucchi tutto dentro di sé? Viceversa, quante volte si vorrebbe che il sogno fosse realtà? Il confine tra sogno e realtà è un confine distinto, ma quanto mai labile. Il sogno è la nostra realtà notturna che fin dai tempi più remoti ha stimolato l’interesse degli esseri umani, insieme al desiderio di poterne trovare una chiave di lettura. In virtù di questa curiosità, ma soprattutto nella considerazione che dopo settimane di costrizione in casa e in previsione di una prossima uscita, l’attività onirica assume un ruolo ancora più interessante, ho pensato di aggiungere nel mio sito I SOGNI IN CASELLA. I sogni, in questo periodo ancora di più, riflettono il cambiamento profondo che ognuno di noi sta vivendo in conseguenza all’esperienza inimmaginabile prodotta dal pericolo del contagio del virus Covid19. Ci sono stati sogni, per esempio, in cui il pericolo del contagio era rappresentato dalla presenza di persone incuranti del virus, lasciando una sensazione di angoscia, oppure sogni in cui emergeva, nello spaesamento del momento, il bisogno di individuare una direzione per un luogo sicuro verso cui andare. Il sogno, come affermava Carl Gustav Jung, rappresenta una difesa psichica contro le impressioni esterne, quindi è anche un termometro della febbre dell’inconscio, che nessun termoscanner, tanto diffuso oggi, può misurare.

Chiunque vorrà inviare un sogno, potrà spedirlo attraverso I SOGNI IN CASELLA per condividere la sua vita onirica. Il sogno non sarà pubblicato, ma fornirà uno spunto di riflessione, insieme con tutti quelli che arriveranno, per attivare una narrazione onirica periodica. Nella psicologia del profondo, quando si lavora sui sogni, è importante il significato che il sognatore dà al proprio sogno, quindi, in un contesto virtuale e non psicoterapeutico, non è possibile interpretare un sogno in modo specifico. I contenuti e gli aspetti simbolici che emergeranno troveranno spazio all’interno degli articoli dedicati ai sogni, affinché si possa approfondire la comprensione di una parte di sé e accendere la luce della conoscenza.

ABBANDONO NELLA FORESTA DELL’ISOLA DI HOKKAIDO

 

 

ABBANDONO NELLA FORESTA DELL’ISOLA   DI   HOKKAIDO

 

 

Cosa avrebbe pensato il regista giapponese Akira Kurosawa dell’abbandono nella foresta di un bambino  di sette anni da parte dei genitori che volevano punirlo per aver tirato sassi  ad automobili di passaggio?

Ovviamente, è un episodio deplorevole che ha messo a repentaglio la vita di un bambino che non trova nessuna giustificazione, ma  l’evento mi ha riportato alla memoria il  film Sogni del regista Kurosawa. Nel film c’è un episodio onirico “Il sole attraverso la pioggia” in cui  una madre dice a suo figlio che in quel giorno di sole e di pioggia le volpi celebrano il loro matrimonio e nessuno può vederle, quindi invita il piccolo bambino a non andare nel bosco. Naturalmente il divieto ha scatenato la curiosità del bambino che assiste alla processione celebrativa delle volpi. Al suo ritorno a casa trova sua madre che lo aspetta sulla soglia della porta, con in mano un oggetto che per lui  hanno lasciato le volpi: un coltello!  La madre esorta il figlio ad andare a chiedere perdono alle volpi  con “fronte a terra e mani giunte”, nella speranza che gli venga concesso, e chiude la porta di casa, lasciandolo solo a decidere della sua vita: perdono o suicidio, cioè karakiri!. Il bambino si avvia verso la casa delle volpi  ai piedi  dell’arcobaleno che nei giorni  in cui il sole e la pioggia si sposano, si manifesta nelle sua maestosità. L’episodio termina con il bambino che con coraggio si avvia, anche se il suo  cuore è  pieno di paura e  se otterrà il perdono non è dato saperlo. Quanto è accaduto al bambino giapponese abbandonato, realmente, nel bosco dai suoi genitori per punizione e ritrovato miracolosamente vivo, ricorda molto il bambino lasciato al suo destino per aver trasgredito un divieto. Evidentemente, il film di Kurosawa narra di paure  oniriche che  affondano le radici nell’inconscio  collettivo e si palesano in tutta la loro drammaticità, affinché se ne possa trovare una catarsi. “La realtà onirica di Sogni  si apre infatti a una visione dell’inconscio che non è solo personale, ma che radica le sue immagini nel fondo collettivo della psiche”. Carotenuto,A. Jung e la Cultura del  XX Secolo,Milano,Bompiani,1995 pag.122,123.

La riflessione indotta dall’abbandono del bambino nella realtà e nell’immaginario  collettivo  ci pone a una distanza più ravvicinata dall’evento accaduto in Giappone, nella speranza che non si  archivi l’episodio come pura follia di quei  genitori, sentendosi estranei a scelte punitive così tragiche.  La trasgressione va di certo stigmatizzata a fini pedagogici, ma le conseguenze circa la punizione che si infligge  va ponderata, perché, se supera la soglia della paura, potrebbe lasciare tracce indelebili. È vero che  il film è  di un regista giapponese e l’episodio è avvenuto in Giappone, ma l’Oriente,  nel  mistero a volte impenetrabile della sua cultura,  ci  risveglia, anche tragicamente,  ad una riconsiderazione della vita e dei suoi valori,  dati troppo spesso per acquisiti. Forse, le volpi del film insegnano che il perdono esiste  come opposto alla punizione  estrema, e che il bambino giapponese sia stato salvato proprio da loro, in attesa che l’umanità rinsavisca e  vada ai piedi dell’arcobaleno a chiedere perdono.

 

Sira Sebastianelli

psicologa psicoterapeuta