A proposito di sogni…..in casella

Durante la quarantena, imposta dal Covid19, invitai i sognatori e le sognatrici a imbucare i sogni nella casella apposita, creata sul mio sito, per condividere i contenuti che l’inconscio proponeva in un periodo fortemente significativo per la nostra psiche. Adesso è giunto il momento di ritirare la posta e cercare di dare un senso a quanto inviato dai sognatori e dalle sognatrici che ringrazio per la condivisione.

ASILO&ISOLA:anagramma dell’anima

ASILO &  ISOLA: anagramma dell’anima

 

Sono, ormai, anni che vediamo, su tutti i media, barconi o gommoni carichi di persone che si spingono verso le coste italiane o greche per chiedere asilo. Barconi il cui scafo sprofonda in mare, lasciando affiorare a pelo d’acqua le sagome di donne, uomini e bambini, talmente pigiati l’uno contro l’altro che se ne perdono i contorni.  Non tutti, purtroppo, raggiungono la terra, ma chi, ne ha la fortuna, tocca il suolo dell’isola agognata  senza sapere  che nella lingua italiana isola è l’anagramma di asilo.

Nel  desiderio di salvezza  un’inconsapevole  congiunzione di due miraggi: asilo & isola.

In questi giorni la migrazione di tante persone segue le vie di terra, ma sempre con lo stesso scopo   di trovare una metaforica isola  di salvezza che dia asilo.

Asilo è il luogo da dove non si può essere portati via,  in cui si è al sicuro, e  l’isola  è un luogo che il mare protegge, ma che a volte imprigiona per la tempesta dei flutti.  Due termini che intrinsecamente racchiudono uno stesso significato rappresentato simbolicamente  da un cerchio,  all’interno del quale si è  protetti, ma dal quale  non sempre si può uscire.

La via di uscita sta nel superamento degli ostacoli  prodotti dalla paura del cambiamento che inevitabilmente la nuova realtà migrante produce.  Proprio quando si ha paura,però, si cerca un posto sicuro dove trovare rifugio e ognuno di noi avrebbe  diritto ad un’isola su cui approdare per chiedere asilo, per poterne  ripartire rinfrancati e rassicurati.  Come nell’infanzia il posto sicuro era il grembo materno oggi è la Grande  Madre, archetipo risvegliato dalla necessità di accogliere e nutrire.

Sira Sebastianelli

psicologa-psicoterapeuta