Clima, un anagramma che ci parla
Il Clima, inteso come termometro della salute del Pianeta Terra, è l’argomento più discusso e dibattuto a livello mediatico, con articoli, dossier e reportage. Ghiacciai che scompaiono, livello del mare che si eleva, fiumi che esondano, bolle d’acqua che esplodono e fuochi che divampano, tutti sintomi preoccupanti sia per la prognosi del malato Pianeta Terra, sia per la cura salvifica da trovare. Con il termine clima, se si provasse a fare un anagramma, risulterebbe in italiano la parola calmi, mentre in inglese la parola claim, nel significato di richiesta. Calmi e richiesta, parole che si nascondono tra le pieghe del clima, tanto imperativa la prima, quanto supplichevole la seconda. Cosa se ne può dedurre? Che il Pianeta Terra attraverso il clima chieda agli essere umani di stare calmi, cioè di affrontare il problema con ponderazione, ascoltando le grida di sofferenza degli elementi della Natura, terra, acqua vento e fuoco? Sicuramente, il succedersi di eventi atmosferici inusuali e spesso catastrofici, sollecita la ricerca di soluzioni, che, trovare velocemente, magari con ansia, può servire a poco. La richiesta supplichevole del Pianeta Terra è di fare presto, ma senza fretta! Le fondamenta dell’ educazione al rispetto del Pianeta sono da rinsaldare, affinché si possa edificare una struttura fatta di comportamenti dalle conseguenze non distruttive per l’ambiente, di ricerca della bellezza intrinseca delle cose, dei valori della vita e della consapevolezza del significato dell’esistenza. La Terra richiede empatia, cioè provare a osservare quanto accade come se, per un attimo, la Natura, di cui siamo figli, fossimo noi, la cui casa venisse tutti i giorni violata da ospiti inattesi e indesiderati. Un grattacielo di sapere, conoscenza, educazione, consapevolezza ed empatia potrebbe salvare il Pianeta Terra e il suo clima, ma è necessario costruirlo facendo ognuno la propria parte, con un mattoncino di amore e di desiderio per il proprio benessere e quello degli altri.