Il rumore della mancanza e il silenzio dell’assenza
Il rumore della mancanza e il silenzio dell’assenza
Quanto ci rendiamo conto nella vita quotidiana delle assenze?
Spesso pensiamo a ciò che manca, come se fosse assente, ma le assenze non sono mancanze. L’assenza è qualcosa di diverso rispetto alla mancanza.
Quando una persona muore si usa dire “è mancata” non “è assente”.
L’assenza è una sospensione dell’esistenza, mentre la mancanza è l’eliminazione dell’ esistenza.
Sono stata assente da questo blog per un po’ di tempo, ma non mancante. L’assenza può essere molto più di una presenza. Il silenzio è assenza di parole, ma non di significato. A volte il silenzio è un evidenziatore della percezione dell’assenza, che non andrebbe confuso con il rumore della mancanza.
Un blog è fatto di parole, ma può essere anche fatto di silenzi, specialmente quando ciò che si desidera esprimere, è meglio rappresentato dall’assenza? Vero è che il mondo virtuale sia caratterizzato da immagini e da parole, mai dalla loro sospensione, che sarebbe percepita come mancanza e non come assenza.
L’esistenza degli uomini e delle donne, però, è costellata di assenze e di silenzi, perché non costellarne anche il mondo virtuale? Il coraggio dell’assenza potrebbe aiutare a riflettere meglio sulla necessità della presenza e sul significato della mancanza.
E si, ho notato la tua ‘assenza’ dal blog. Ora spiegata.
Una volta, tempo fa, ho ascoltato un brano musicale di Brian Eno, Genio del panorama musicale degli ultimi trent’anni, fatto di silenzi. La musica è, volgarmente,una successione di suoni. Ebbene, quel brano è realizzato con lunghi silenzi (assenza di note) intermezzati da brevi suoni.
Trovo una analogia forte tra l’intento di Brian Eno e quanto hai scritto. L’assenza di parole o di note non significa mancanza di espressione.
Alessandro Terrinoni
Grazie Alessandro, il pentagramma, infatti, oltre alle note che compongono le battute musicali è disseminato di pause, dotate di tempo. L’assenza di suono, spesso, è legata al respiro, soffio vitale dell’esisternza, per consentire un momento di ascolto di sè che ricarica e rigenera.