IL QUOTIDIANO DELLA MEMORIA O LA MEMORIA DEL QUOTIDIANO?
IL QUOTIDIANO DELLA MEMORIA O LA MEMORIA DEL QUOTIDIANO?
Un’abitudine consolidata, come quella di comprare il quotidiano ogni mattina, ci distrae dal renderci consapevoli del fardello inquietante che mettiamo sotto il braccio.
La strada che percorriamo per raggiungere un’edicola spesso è popolata di persone che svolgono le proprie attività, bambini che giocano nelle aree pubbliche o nei giardini delle scuole, automobili che passano, paesaggi della vita che scorre. Camminiamo e, contemporaneamente, buttiamo l’occhio sulla prima pagina del giornale e leggiamo di guerre vicine, di morti, di guerriglie intestine in Paesi lontani e all’improvviso si percepisce uno stridio nel cervello, tra la realtà tridimensionale e quella bidimensionale, avvertendo una scissione profonda.
Ogni giorno si leggono notizie relative ai delitti più efferati, alle bombe che distruggono intere popolazioni, a vicende politiche che lasciano attoniti, tutte sgomitanti sulla stessa pagina, private, però, della terza dimensione che le svuota, da una parte, dell’emozione, ma dall’altra, paradossalmente, provoca una dirompente reazione percettiva surreale. In una ventina di pagine c’è il peso del Mondo con tutte le sue contraddizioni che tranquillamente portiamo in mano, in auto o che lasciamo distrattamente sul sedile dell’autobus o del treno, dopo averlo letto velocemente.
Si sta perdendo, forse, la consapevolezza della realtà? Ciò che si legge esiste per un tempo limitato di ventiquattro ore, quando un nuovo quotidiano uscirà?
Anche il giornale virtuale non favorisce una migliore percezione della realtà. Il medium digitale sigilla le notizie nella sua memoria rigida, alleggerendo il lettore del pesante fardello del ricordo. L’emozione, relativa a ciò che si legge, sul web diventa anch’essa virtuale e cambia connotati, più amplificata dalle immagini cristalline che rimbalzano fuori dal video e meno realistica per il verticale scorrere rapido sui cursori, che toglie il respiro alla pagina. Tant’è che nella lettura bulimica di tutte le notizie cui si può accedere, nel web-spazio, la saturazione provoca l’espulsione di buona parte di quanto si è letto o forse solo guardato. Se, però, non ci si sofferma mai o poco a riflettere che quanto accade nel Mondo accade a essere umani o per mano di esseri umani, sarà difficile accedere con partecipazione empatica alle emozioni coinvolte e poterle sedimentare nella memoria del quotidiano passando per il quotidiano della memoria.