ONDE GRAVITAZIONALI
Onde Gravitazionali
Una nuova finestra si è aperta sull’universo che consente di vedere oltre la siepe della conoscenza. Antenne americane ed europee hanno rilevato segnali che confermano quanto aveva anticipato e ipotizzato lo scienziato Albert Einstein, circa l’esistenza delle onde gravitazionali trasmesse dallo scontro di buchi neri che abitano l’universo. Quanto accade nella scienza non può non interessare la psicologia, poiché ogni scoperta può avere risvolti interessanti nella evoluzione dell’umanità. Del resto, quanto ieri era solo fantascienza, oggi, diventa sempre più realtà. La stazione spaziale, per esempio, orbitante intorno alla Terra, che ospita astronauti e astronaute, ormai, è un avamposto cosmico stabile e sempre più realistica sembra essere la possibilità del viaggio umano su Marte.
Sui buchi neri, per tornare alla rilevazione delle onde, si sa ben poco e molto si è ipotizzato e fantasticato. Non a caso, infatti, quando intendiamo sottolineare una situazione senza poterne prevedere i contorni o l’entità della portata delle conseguenze, utilizziamo l’espressione “buco nero”. Un buco nel quale si entra e non si può prevedere cosa ci può essere dentro e come se ne potrebbe uscire. Un po’ come entrare in fasi della vita in cui non si riesce a intravedere nulla e si è completamente disorientati, finché un’antenna interna non percepisca l’onda prodotta dal disagio psichico, che impone la ricerca di un raggio di luce nel buio in cui si è immersi. Sembra un ossimoro affermare che un buco nero aiuti a far luce nell’universo fuori di noi e dentro di noi, ma se si producono onde, forse, può significare che esiste una cassa di risonanza dove vibrano particelle di vita che risvegliano a nuova vita.
Sira Sebastianelli