8’AVA NOTA
8’ava nota
8’ava nota, la nota delle donne. Una nota che non c’è, o forse c’è, ma bisogna saperla cercare, perché non è prevedibile e non è scontata. Difficile dire se, collocare l’8’ava nota al di fuori della scala musicale, sia una caratteristica di distinzione o meno. Sicuramente è un suono a cui bisogna educare l’orecchio, non tanto quello fisico, quanto quello psichico.
Non esiste diapason che lasci vibrare l’8’ava nota per accordare il pensiero, come non esiste metronomo che ne scandisca il tempo.
Sia il pensiero che il tempo delle Donne sono cambiati nel corso di centinaia di secoli, con il contributo di donne coraggiose conosciute e sconosciute, che hanno, tutte, rivendicato il diritto di vivere nel mondo senza confini. L’8’ava nota vibra segnando una strada invisibile su cui faticosamente camminano le donne. L’8’ava nota vibra ancor di più l’8 marzo, giorno in cui ricorre “La Festa della Donna”, quando si organizzano eventi per sensibilizzare l’attenzione intorno al complesso mondo femminile.
Nel 2013, sempre su questo blog, misi l’8 marzo tra parentesi (8). Oggi all’8 pongo l’apostrofo, un segno di elisione che lascia presumere che qualcosa sia caduto, per lasciare il posto ad una presenza-assenza, come le donne che ci sono, ma non ci sono.
Per esemplificare, prendo spunto da un evento di un anno fa quando si costituì il nuovo e attuale Governo che divideva nelle giuste percentuali i Ministeri tra gli uomini e le donne. L’ operazione aritmetica venne più volte rimarcata dai mass media come un successo della legge per le pari opportunità e delle quote rosa.
Bene, anzi benissimo!
Però, finché ci sarà bisogno di sottolineare il numero delle donne, la parità è lontana, perché le donne dovrebbero esserci per diritto naturale e non legislativo.
Se il mondo, maschile e femminile, fosse uno spartito musicale, sui righi e negli spazi del pentagramma ci sarebbe posto per tutte le note, senza discriminazioni, nel rispetto obbligato della legge dell’Armonia Musicale. Ma, ahimè, così non è. La nota femminile è l’8’ava, e non trova posto naturalmente, bisogna crearlo.
In questi giorni Christine Lagarde, Direttrice del Fondo Monetario Internazionale, ha commentato, sul suo blog, i risultati di una ricerca circa i danni del sessismo nel mondo del lavoro, evidenziando la difficoltà delle donne ad avere un ruolo economicamente attivo. A ciò ha fatto eco anche la dichiarazione di Patricia Arquette che durante la Notte degli Oscar ha chiesto che le attrici avessero un trattamento economico pari a quello degli attori.
Ovviamente l’equilibrio di genere non si riduce al potere economico, ma forse è l’aspetto più, quantitativamente, misurabile.
Donne depotenziate, quindi, affinché l’8’ava nota risuoni piano pianissimo, senza impeto e fuoco. Per fortuna, però, il mondo femminile il fuoco lo porta dentro di sé, vivificante e salvifico per il genere umano, al di là di un forzato equilibrio di genere.