ATTRAZIONE FATALE


Un articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 25 settembre 2012,  traccia la dinamica di uno scontro tra un treno e un tir. Il mezzo pesante,  molto probabilmente, ha causato  l’incidente, attraversando il passaggio a livello  mentre le sbarre si stavano abbassando.

I passaggi a livello sembrano essere la causa più frequente di incidenti, secondo quanto si legge nell’articolo citato, tant’è che i dati diffusi dall’Agenzia Nazionale della Sicurezza  riportano solo per il 2011  16 morti e tre feriti gravi.

La domanda che stimola questa riflessione, al di là dell’attuale fatto di cronaca, è:

“Quale attrazione fatale rappresenta un passaggio a livello,  mentre la sbarra si abbassa?”

Un’aspirazione al suicidio? Una sfida alla morte?  La ricerca di un’emozione estrema che si trasforma in gioco mortale? Un comportamento  di  superficialità  o di sottovalutazione del pericolo?

C’è differenza tra una sbarra chiusa ed una sbarra che si sta chiudendo.

Quello spicchio di passaggio che si riduce sempre di più  sotto il peso di una sbarra, stimola, probabilmente,  l’idea di riuscire a passare dall’altra parte. Come se si fosse davanti ad  un ponte levatoio,  che inesorabilmente si  chiude  imprigionando, senza poter più uscire dal Castello.

In ogni caso, quell’angolo retto della sbarra aperta che si fa sempre più acuto, mentre si chiude, misura  i gradi della possibilità di vivere o di morire.

Le persone che attraversano un passaggio a livello nel momento sbagliato  sono tante, ognuna con un bagaglio di pensieri di diverso peso e dimensione. Un carico che contiene esistenze uniche e insondabili come unici e insondabili sono gli eventi tragici che lasciano molte domande, spesso, senza risposta.

 

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