Autunno, la stagione senza rumore
L’Autunno è alle porte. La Terra è illuminata da una luce diversa, i raggi del sole la raggiungono senza trafiggerla. Gli uomini e le donne sono più inclini a guardarsi intorno con la sensazione che il tempo rallenti. Le foglie verdi si tingono di giallo o di rosso per poi perdere la linfa e cadere senza rumore sulla terra, che le accoglierà per trasformarle in humus.
Ecco, forse, l’autunno è una stagione che non fa rumore, come le sue foglie.
Le altre tre stagioni sono più dirompenti quando arrivano: la Primavera, per il risveglio vivifico e stupefacente della Natura; l’Estate, per la maggiore luminosità, che abbaglia la vita, al punto di riuscire a vederla solo nella penombra di lenti oscurate; l’Inverno, per il disagio delle sue temperature fredde, che si fa però perdonare, portando con sé le vacanze natalizie.
L’Autunno attraversa il tempo in silenzio, senza frastuoni, con i soli ritmi sincopati della pioggia, forse è per questo che spesso la stagione autunnale si associa a uno stato d’animo venato di tristezza. Se si provasse a utilizzare questo abbassamento del tono dell’umore, per guardare dentro noi stessi, lasciandosi avvolgere dal lieve tepore che ancora riscalda l’animo, prima del gelo invernale? In fondo in Autunno si raccolgono gli ultimi frutti dagli alberi, si arano i campi e si prepara il terreno affinchè i semi possano essere messi a dimora. Perché, allora, non prepararsi all’Autunno delle nostre coscienze, raccogliendo e seminando? Dall’Autunno dipendono tutte le altre stagioni, se non si raccolgono i frutti non si avranno le scorte per superare l’Inverno, se non si semina non ci sarà la Primavera e l’Estate sarà meno colorata.
Quali frutti aspettano di essere raccolti dall’albero della propria coscienza? Potrebbe essere utile iniziare a cercarli, facendo spazio tra le fronde soffocanti dell’omologazione a tutti i costi, a detrimento della autenticità, dove le differenze si perdono e i confini si confondono. Senza paura è il momento di raccogliere i propri frutti, per garantirsi nutrimento e per poter preparare la terra a ricevere nuovi semi.
La semina e la raccolta dei propri frutti sono attività salvifiche per l’essere umano, specialmente nei momenti in cui è difficile trovare nutrimento anche fuori di sé, per quanto, poi, effimero e contingente sia.
eh si, sono bellissime e vere le suggestioni che evochi a proposito dell’autunno. E quando ho letto le tue riflessioni mi è venuta in mente istintivamente la “Canzone dei dodici mesi” , in cui francesco Guccini evidenzia le caratteristiche peculiari di ogni mese e stagione. Chiaramente in un contesto e toni diversi, ma secondo me con delle assonanze. Dice di settembre: “Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’ età,
dopo l’ estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità…
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità… “